La pandemia da SARS-CoV-2, lo sappiamo, ha prodotto una serie di effetti negativi in ampi ambiti della vita individuale e collettiva della popolazione mondiale. Nell’edizione che celebra i 30 anni della pubblicazione del Rapporto Immigrazione di Caritas Italiana e della Fondazione Migrantes, si analizza in particolare l’impatto che il virus e le misure adottate per il suo contenimento e per la ripresa delle attività economico-sociali hanno avuto sulle vite dei cittadini stranieri che vivono in Italia, in riferimento a importanti indicatori quali, fra gli altri, le tendenze demografiche e i movimenti migratori, la tenuta occupazionale, i percorsi scolastici dei minori e la tutela della salute.
Si prendono in esame anche altri aspetti sociali, forse meno eclatanti, ma che hanno subito contraccolpi altrettanto gravi, come la sfera religiosa ed emotiva individuale, lo scivolamento nel cono d’ombra di migliaia di persone che le misure di lockdown hanno reso più invisibili (ad esempio, le vittime di violenza e di sfruttamento), senza che questo silenzio fosse dissolto dall’interesse dei media.
QUALCHE DATO | La tendenza alla progressiva diminuzione della popolazione italiana, già evidenziata nelle precedenti edizioni del Rapporto Immigrazione, inizia a coinvolgere nel 2021 anche la popolazione di origine straniera, che è passata dai 5.306.548 del 2020 agli attuali 5.035.643 (-5,1%). La diminuzione complessiva della popolazione in Italia è ancora più cospicua (-6,4%), attestandosi sui 59.257.600, che corrispondono a 987 mila residenti in meno rispetto all’anno precedente.
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Aggiornato il 30 Settembre 2022